XXIV – Un anno fa l’annuncio degli stadi

Foto: Dopoesco

Avevamo aspettato tanto questo tour, persino prima di saperlo. Era il 24 Giugno di un anno fa quando Niccolò, dopo averci tenuto sulle spine per diversi giorni con quel criptico messaggio del “XXIV”, ce ne rivelava finalmente un epilogo tanto meraviglioso quanto inaspettato: un intero tour di concerti nei principali stadi italiani.

Una notizia emozionante, il più giovane cantante italiano a farlo, ancora una volta un evento da record. (Lo pensai allora, e nel mio piccolo continuo a pensarlo, che “XXIV” non rappresentasse solo una semplice data, ma questa è un’altra storia).
La risposta del pubblico è forte e imminente, tanto da far registrare il sold-out di alcune date già in poche settimane.

Manca ormai qualche mese all’inizio del tour, si contano i giorni che ci separano da quel palco, ma una pandemia paralizza il mondo. E non è colpa di nessuno, è la vita, le cose accadono, quelle belle e quelle brutte, gli eventi ci travolgono imperterriti e senza chiederci il permesso.

Foto: Lorenzo Piermattei

La cosa ci coglie alla sprovvista.
Disorientati si cerca inizialmente di temporeggiare sul destino dei concerti, ma si giunge poi all’amara conclusione che il tour debba essere rinviato.

Ciò ci ricorda quanto i sogni, a contatto con la realtà siano estremamente fragili e vulnerabili, ma anche quanto siano forti allo stesso tempo e, nonostante i colpi presi, possono restare vivi in noi.
È naturale che l’accaduto ci causi dispiacere, che il pensiero che in questi giorni saremmo potuti essere lì sotto quei palchi a cantare ed ascoltarci, ci susciti malinconia.
Ma in fondo questo lo sappiamo fare, sappiamo aspettare, ed è nell’attesa che ritroviamo il senso, l’attesa di ritrovarci in quel posto perfetto che con gli occhi non vedi.
Abbiamo aspettato tanto, ora dovremo solo aspettare un po’ di più.

E se anche Niccolò decide di aspettare a modo suo, questo sinceramente non ci sorprende né ci rammarica. Abbiamo imparato un po’ a conoscerlo oramai e il suo silenzio non ci turba.
Quando metto le cuffie e ascolto le sue parole trovo ciò che mi conforta. Perché quella è la mia voce. Quella è la nostra voce.
Io credo nel silenzio di chi sa guardarsi dentro. Io credo nel silenzio di chi sa aspettare.

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